Marco Zadra, aggredito a Zambana, racconta.

2015-07-12

Riportiamo fedelmente la lettera "semiseria" di Marco Zadra, stile Berchet che, con la sua ironia invoca la novità e la ribellione ai canoni classici ed al provincialismo, volendo dialogare con quella fascia che lui chiama Popolo, in aperto contrasto con i Parigini e noncurandosi degli Ottentotti. Ecco, dunque, le intelligenti ed ironiche riflessioni a caldo di uno che l'ha scampata per un pelo e che dopo ha mandato al quotidiano locale L'Adige una rilettura dei fatti più concisa e riflettuta. Rilettura che è stata censurata, nonostante fosse stata annunciata con la pubblicazione di questo pezzo. Ed oltretutto maldestramente visto che ha avuto più di 16000 visualizzazioni online su questo sito in appena due giorni !



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IMMAGINA

(lettera semiseria di GrisORSO) 


Immagina un animale nell’atto di difendere il proprio territorio ed ancor più  il proprio “spazio vitale”, cioè quello spazio entro il quale diventa fastidiosa la vicinanza di un altro essere, della stessa specie o no.

Immagina che questo animale sia un orso adulto soprannominato simpaticamente METRO CUBO (visto frontalmente, altrimenti si chiama 2 DUE METRI CUBI).

Immagina che un avventore solitario, incauto e silenzioso e veloce, perchè in discesa, non munito di campanellino, percorra lo stesso medesimo sentiero, all’infausta ora nella quale il podista (ringrazio per la fiducia) dovrebbe essere a guardare l’Eredità o i pacchi in TV e METRO CUBO invece probabilmente si è appena svegliato e decide di fare una sgambatina prima di andare a fare colazione.

Immagina che i due, malaugurato caso, si scontrino in un punto in cui il sentiero da quasi piano diventa ripido e quindi la visibilità è ridotta.

Immagina che il punto d’incontro tra i due avvenga ad una distanza compresa tra i 5 e i 10 metri (sii comprensivo col Podista, è anche un pressapochista). 

Immagina lo spavento di trovarsi di colpo uno di fronte all’altro (mia figlia fa fare certi salti alla zia, saltando fuori all’improvviso da dietro un angolo). 

Immagina che ci voglia un po’ di tempo per riprendersi dallo spavento per entrambi; secondi, minuti, ore, una vita, un’eternità, per la teoria della relatività definita da uno dei personaggi più influenti della storia. 

Momenti nei quali i due si studiano e cercano di capire come uscire da questa impasse per certi versi imbarazzante…. in fondo i due non si conoscono.

Ad un certo punto il podista inebetito ha un’idea come al solito insensata…..perchè non provare ad indietreggiare quatto quatto come farebbe un papà uscendo dalla stanza del figlioletto appena addormentato??

Magari se dimostra sottomissione come ha visto fare da tanti cagnolini nei confronti di cani 2-3 volte più grandi, METRO CUBO apprezza e magari se ne sta li tranquillo beandosi della sua superiorità e lascia che il podista fellone se ne vada con la coda tra le gambe e le orecchie basse.

Purtroppo METRO CUBO non apprezza perchè non gli pare vero di trovare un competitor che ha paura di lui, el PISOT, come viene chiamato dai suoi compagni più grandi e grossi di lui.

Finalmente può dimostrare al proprio ego e al mondo che è possente, coraggioso ed incazzato, uno con gli attributi…altro che rilasciare le proprie feci, insicuro e spaventato come qualche fantomatico etologo gli suggerirebbe di fare.

D’altronde bisognerebbe rivedere certe teorie in quanto anche il podista non lo fa, non perchè sia coraggioso, ma perchè dal proprio sfintere non passerebbe nemmeno la punta di uno spillo.

METRO CUBO corre incontro al podista, così, per dargli una dimostrazione di forza, ha sentito l’odore della paura e ciò lo inorgoglisce.

Qui il podista comincia a non capire più nulla e dà fuori di matto. Invece di rimanere impietrito e magari cospargersi di miele, cerca di far valere le proprie doti di scattista, ma con quel terreno e quelle scarpe, dovrebbe dosare di più le proprie forze e non inciampa, ma scivola e finisce a terra, come un “tamaz” ed in quel momento gli passa davanti la rassegna stampa della sua vita.

Giunto ormai ai titoli di coda, si rialza con un kick e METRO CUBO glielo lascia fare riconoscente perchè il suo è un “falso attacco”, non ha intenzione realmente di uccidere il podista, in fondo non gli ha fatto nulla e di fatto per questo il podista affetto da sindrome di Stoccolma vorrebbe ringraziarlo  e quasi vorrebbe abbracciarlo, fare un “mambo con gli orsi”…in fondo l’è anca belin! ma METRO CUBO non è avvezzo alle smancerie, da buon adolescente, e rifiuta alzando una zampa, in senso di sdegno…

Salvo che ha dimenticato di farsi le unghie e lacera la morbida pelle del podista, prendendola per fortuna solo di striscio, con un’unghia sola (e l’accenno di una seconda) perchè non ha mica interesse di mangiarselo, ha pure  degli strani odori artificiali nauseanti.
Al che il podista ha la malaugurata idea di gettarsi a capofitto nella scarpata sottostante perchè ha capito che in su non può battere METRO CUBO , o è viceversa, non ricorda.
No… è in giù, METRO CUBO ha le zampe anteriori corte…però fa comunque i 40-50 all’ora cioè come Usain Bolt.
Però si sa, la paura fa i 90 e allora ci prova…
Il terreno stavolta è morbido, adatto alle proprie scarpe tanto odiate. E’ altresì molto ripido e normalmente ci andrebbe giù solo con la corda doppia, ma le circostanze fanno si che non si stia a sottilizzare e si lancia cercando di frenare aggrappandosi a qualsiasi cosa spunti dal terreno.
Le spalle stranamente non cedono, ci prova una, ma i muscoli sono ben tesi e la tengono al proprio posto,, le caviglie miracolosamente restano integre, non gli pare vero…e METRO CUBO?
Lo tallona, gli fa sentire il suo alito sul collo, borbotta, se la ride sotto i baffi, corri, corri stupido animale con due gambe, proprio se volessi ti prenderei, ti abbatterei con un sol colpo ben assestato in mezzo alla schiena….ma non ne ho intenzione, a me basta farti capire che non c’è trippa per gatti…
E il podista: “ guarda che l’ho capito, non so come dirtelo, non lo conosco l’orsese, non sono mica un politico io, potresti gentilmente smetterla d’inseguirmi? Anche perchè sono uno scattista, anche 20 anni fa facevo bene solo i primi 60 metri.
Mi sembra addirittura di averti dato qualche metro e sono sull’orlo di una forra (notare che ormai gli dò del tu, il ghiaccio si è rotto) e mi aggrappo su un albero finalmente resistente facendogli il giro come una ballerina di lapdance e a quel punto faccio anch’io la voce grossa, d’altronde ho un buon timbro di voce, ne sono sempre andato fiero….
Mi lesiono quasi le corde vocali (go ancor en po’ de raspeghin) ma esce qualcosa di buono, mi faccio paura da solo.
E METRO CUBO el dis :”sto chi l’è mat, quasi, vara, el laso star, divertì me son divertì, pò go da nar su al Cason e me son anca slontanà masa, per cui meio che torne endrè, che pò magari me scavezo na zata zo per chi, son miga mona!
Trentino DOC eh METRO CUBO, nato “chi” e ci tiene a farlo notare a maggior ragione che i “soi” i è extracomunitari
O la mama l’è trentina? Non si sa, l’unico caso in cui non si è sicuri della maternità, incredibile!
E INCREDIBILE, la mama non riconosce il proprio figliolo, com’elo possibile?
E allora la mamma domanda al podista: “ma com elo sto putelot, valo ben de corp? Magnelo? Ti no te ghe piasi miga eh? La se preoccupa, l’è normale…
Torniamo brevemente al podista. Incurante del fatto che METRO CUBO si sta disinteressando di lui e che si tratta in fondo di un “falso attacco”, si tuffa letteralmente nella forra…e anca chi la ghe va ben.
Poi passa il torrente e risale la muschiosa e friabile parete meglio di Manolo e con la compagnia di una simpatica ferita (infertagli maldestramente da METRO CUBO o dai rami della boscaglia, boh, chissà, chi lo sa…. e soprattutto che importanza ha) profonda 2 cm e lunga 10 (vedi foto) e ricoperta di substrato. Così, per mettere almeno una valle tra lui e METRO CUBO….
Poi con le scarse nozioni di orientista che ha a disposizione, traccia una linea immaginaria che lo porti in paese, all’auto e finalmente giunge al sentiero e con quel briciolo di adrenalina che gli rimane percorre l’ultimo tratto pensando che magari anche METRO CUBO ha voglia di una scampagnata in paese e si potrebbero reincontrare alla confluenza dell’imbuto.
E allora il podista, che ha ha che ridicolo - non si chiama nemmeno Davide e non mangia la Golia, si prende due pietre in mano e si fa coraggio guardingo fra i dedali nei pressi della chiesa, guarda nel sottopassaggio (ma benedetto….è dall’altra parte che dovrai guardarti alle spalle) e giunge all’auto, monta dentro, parte e fa 300 metri, ma poi si rende conto sarebbe un peccato schiantarsi proprio ora, in più senza cintura… e allora chiama i cari cuginetti, i quali montano in macchina senza indugio pensando probabilmente…..chissà che cosa avrà combinato stavolta quell’incauto del nostro cuginone, boh, boh, non ha voluto dircelo, ha un po’ il fiatone, caduta in bici forse, ma parla ed è cosciente, questo è l’importante.
Ora il podista, a breve 42enne non pensa che tutti lo prendano sul serio, in fondo c’è ancora libertà di pensiero, no? E soprattutto ognuno può esprimere quello che vuole, di canali ce ne sono tanti al giorno d’oggi, no?
A chi non immaginerà il podista dice: “beati loro. E ricorda che lui non ha mai chiesto e imposto di credere a quella che giustamente può essere definita la “storia dell’orso”.
In fondo il podista aveva già avuto i suoi 15 minuti di popolarità e non ne voleva altra, perchè in fin dei conti è un po’ come METRO CUBO, i due si assomigliano un pochino, è schivo e riservato, fa parte un po’ della genia degli orsi trentini e due gambe mi sa….
I giornalisti l’hanno capito subito, mica sono scemi, anzi hanno pure ringraziato, che l’orso trentino podista li ha lasciati fuori dal cancello e non hanno mica approfittato della situazione favorevole in cui si aprivano le porte. Perchè forse si sono immedesimati nell’orso trentino podista e hanno umanamente desistito dal farsi raccontare a poche ore di distanza di come sono realmente accadute le cose.  O perche, forse, a loro non interessava sapere di chi era realmente figlio METRO CUBO , facendogli l’esame del DNA, ma come stesse realmente il podista, parlargli, sentire dalla sua voce il racconto e, magari, perchè no, assicurarsi che non sia un mitomane o che non sia ammattito in seguito.

Ringrazio quindi i giornalisti tutti che hanno suonato al campanello, in particolare chi mi ha dato del podista, quale aspirerei di essere, particolarmente gentile.

Ringrazio anche quelli che, per un motivo o per l’altro, non sono potuti venire. 

Ringrazio il signor Antolini del Corpo Forestale della Provincia di Trento per la sua squisita professionalità. 

Ringrazio la dottoressa dell’APSS che mi ha medicato la ferita in 5 minuti (paghiamoli sti medici, che si fanno 20 operazioni in un’ora di lavoro ottimo, mi pare. 

Ringrazio i Carabinieri, che sono stati solerti e gentili. 

Ringrazio infine gli impagabili cuginetti e inutile dirlo Padre, Madre e lo Spirito Santo, sorelle, parenti, amici. 

Ringrazio mia Figlia che per fortuna ha lo stesso spirito del padre e la stessa forza della madre superiora. 

Se ho dimenticato qualcuno chiedo venia, in fondo sono ancora sotto choc… in fondo sto scrivendo di notte e sono stanco, molto stanco, la pressione arteriosa è schizzata alle stellee ho più che altro mal di stomaco, non so se è dovuto al mix di antibiotici e antidolorifici, o a qualcos’altro.

Scusate, Voi lettori, se Vi ho tediato con questo banale racconto, di quelli che possono uscire 2-3 volte all’anno.

Spero sia il 1° e l’ultimo in realtà.

Distinti saluti

Marco Zadra


P.S. Scusate se non ho fatto un selfie con METRO CUBO
P.S. Nell’attesa degli impagabili cugini ho detto ad un contadino preoccupato che non avevo niente e che sono scivolato per no star lì a contarghe la storia del’ors
P.S. Nessuno mi ha detto che c’era METRO CUBO in Val Manara, eppure ho visto la sua foto, di un mese fa,  sull’Adige l’altro giorno. Mi sembra proprio lui, ma potrei confondermi.
P.S. Domando amicizie con la mia stessa passione e stessi orari di lavoro e andrò subito alla sportiva a prendere il campanellino da monatto!!! Ora saranno in offerta.