Riportiamo fedelmente la lettera "semiseria" di Marco Zadra, stile Berchet che, con la sua ironia invoca la novità e la ribellione ai canoni classici ed al provincialismo, volendo dialogare con quella fascia che lui chiama Popolo, in aperto contrasto con i Parigini e noncurandosi degli Ottentotti. Ecco, dunque, le intelligenti ed ironiche riflessioni a caldo di uno che l'ha scampata per un pelo e che dopo ha mandato al quotidiano locale L'Adige una rilettura dei fatti più concisa e riflettuta. Rilettura che è stata censurata, nonostante fosse stata annunciata con la pubblicazione di questo pezzo. Ed oltretutto maldestramente visto che ha avuto più di 16000 visualizzazioni online su questo sito in appena due giorni !
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IMMAGINA
(lettera semiseria di GrisORSO)
Immagina un animale
nell’atto di difendere il proprio territorio ed ancor più il proprio “spazio vitale”, cioè quello
spazio entro il quale diventa fastidiosa la vicinanza di un altro essere, della
stessa specie o no.
Immagina che questo animale sia un orso adulto soprannominato simpaticamente METRO CUBO (visto frontalmente, altrimenti si chiama 2 DUE METRI CUBI).
Immagina che un avventore solitario, incauto e silenzioso e veloce, perchè in discesa, non munito di campanellino, percorra lo stesso medesimo sentiero, all’infausta ora nella quale il podista (ringrazio per la fiducia) dovrebbe essere a guardare l’Eredità o i pacchi in TV e METRO CUBO invece probabilmente si è appena svegliato e decide di fare una sgambatina prima di andare a fare colazione.
Immagina che i due, malaugurato caso, si scontrino in un punto in cui il sentiero da quasi piano diventa ripido e quindi la visibilità è ridotta.
Immagina che il punto d’incontro tra i due avvenga ad una distanza compresa tra i 5 e i 10 metri (sii comprensivo col Podista, è anche un pressapochista).
Immagina lo spavento di trovarsi di colpo uno di fronte all’altro (mia figlia fa fare certi salti alla zia, saltando fuori all’improvviso da dietro un angolo).
Immagina che ci voglia un po’ di tempo per riprendersi dallo spavento per entrambi; secondi, minuti, ore, una vita, un’eternità, per la teoria della relatività definita da uno dei personaggi più influenti della storia.
Momenti nei quali i due si studiano e cercano di capire come uscire da questa impasse per certi versi imbarazzante…. in fondo i due non si conoscono.
Immagina che questo animale sia un orso adulto soprannominato simpaticamente METRO CUBO (visto frontalmente, altrimenti si chiama 2 DUE METRI CUBI).
Immagina che un avventore solitario, incauto e silenzioso e veloce, perchè in discesa, non munito di campanellino, percorra lo stesso medesimo sentiero, all’infausta ora nella quale il podista (ringrazio per la fiducia) dovrebbe essere a guardare l’Eredità o i pacchi in TV e METRO CUBO invece probabilmente si è appena svegliato e decide di fare una sgambatina prima di andare a fare colazione.
Immagina che i due, malaugurato caso, si scontrino in un punto in cui il sentiero da quasi piano diventa ripido e quindi la visibilità è ridotta.
Immagina che il punto d’incontro tra i due avvenga ad una distanza compresa tra i 5 e i 10 metri (sii comprensivo col Podista, è anche un pressapochista).
Immagina lo spavento di trovarsi di colpo uno di fronte all’altro (mia figlia fa fare certi salti alla zia, saltando fuori all’improvviso da dietro un angolo).
Immagina che ci voglia un po’ di tempo per riprendersi dallo spavento per entrambi; secondi, minuti, ore, una vita, un’eternità, per la teoria della relatività definita da uno dei personaggi più influenti della storia.
Momenti nei quali i due si studiano e cercano di capire come uscire da questa impasse per certi versi imbarazzante…. in fondo i due non si conoscono.
Ad un certo punto il
podista inebetito ha un’idea come al solito insensata…..perchè non provare ad
indietreggiare quatto quatto come farebbe un papà uscendo dalla stanza del
figlioletto appena addormentato??
Magari se dimostra
sottomissione come ha visto fare da tanti cagnolini nei confronti di cani 2-3
volte più grandi, METRO CUBO apprezza e magari
se ne sta li tranquillo beandosi della sua superiorità e lascia che il podista
fellone se ne vada con la coda tra le gambe e le orecchie basse.
Purtroppo METRO CUBO
non apprezza perchè non gli pare vero di trovare un competitor che ha paura di
lui, el PISOT, come viene chiamato dai suoi compagni più grandi e grossi di
lui.
Finalmente può
dimostrare al proprio ego e al mondo che è possente, coraggioso ed incazzato,
uno con gli attributi…altro che rilasciare le proprie feci, insicuro e
spaventato come qualche fantomatico etologo gli suggerirebbe di fare.
D’altronde
bisognerebbe rivedere certe teorie in quanto anche il podista non lo fa, non
perchè sia coraggioso, ma perchè dal proprio sfintere non passerebbe nemmeno la
punta di uno spillo.
METRO CUBO corre
incontro al podista, così, per dargli una dimostrazione di forza, ha sentito
l’odore della paura e ciò lo inorgoglisce.
Qui il podista
comincia a non capire più nulla e dà fuori di matto. Invece di rimanere
impietrito e magari cospargersi di miele, cerca di far valere le proprie doti
di scattista, ma con quel terreno e quelle scarpe, dovrebbe dosare di più le
proprie forze e non inciampa, ma scivola e finisce a terra, come un “tamaz” ed
in quel momento gli passa davanti la rassegna stampa della sua vita.
Giunto ormai ai titoli
di coda, si rialza con un kick e METRO CUBO glielo lascia fare riconoscente perchè
il suo è un “falso attacco”, non ha intenzione realmente di uccidere il
podista, in fondo non gli ha fatto nulla e di fatto per questo il podista
affetto da sindrome di Stoccolma vorrebbe ringraziarlo e quasi vorrebbe abbracciarlo, fare un “mambo
con gli orsi”…in fondo l’è anca belin! ma METRO CUBO non è avvezzo alle
smancerie, da buon adolescente, e rifiuta alzando una zampa, in senso di
sdegno…
Salvo che ha
dimenticato di farsi le unghie e lacera la morbida pelle del podista,
prendendola per fortuna solo di striscio, con un’unghia sola (e l’accenno di
una seconda) perchè non ha mica interesse di mangiarselo, ha pure degli strani odori artificiali nauseanti.
Al che il podista ha
la malaugurata idea di gettarsi a capofitto nella scarpata sottostante perchè
ha capito che in su non può battere METRO CUBO , o è viceversa, non ricorda.
No… è in giù, METRO
CUBO ha le zampe anteriori corte…però fa comunque i 40-50 all’ora cioè come
Usain Bolt.
Però si sa, la paura fa
i 90 e allora ci prova…
Il terreno stavolta è
morbido, adatto alle proprie scarpe tanto odiate. E’ altresì molto ripido e
normalmente ci andrebbe giù solo con la corda doppia, ma le circostanze fanno
si che non si stia a sottilizzare e si lancia cercando di frenare aggrappandosi
a qualsiasi cosa spunti dal terreno.
Le spalle stranamente
non cedono, ci prova una, ma i muscoli sono ben tesi e la tengono al proprio
posto,, le caviglie miracolosamente restano integre, non gli pare vero…e METRO
CUBO?
Lo tallona, gli fa
sentire il suo alito sul collo, borbotta, se la ride sotto i baffi, corri,
corri stupido animale con due gambe, proprio se volessi ti prenderei, ti
abbatterei con un sol colpo ben assestato in mezzo alla schiena….ma non ne ho
intenzione, a me basta farti capire che non c’è trippa per gatti…
E il podista: “ guarda
che l’ho capito, non so come dirtelo, non lo conosco l’orsese, non sono mica un
politico io, potresti gentilmente smetterla d’inseguirmi? Anche perchè sono uno
scattista, anche 20 anni fa facevo bene solo i primi 60 metri.
Mi sembra addirittura
di averti dato qualche metro e sono sull’orlo di una forra (notare che ormai
gli dò del tu, il ghiaccio si è rotto) e mi aggrappo su un albero finalmente
resistente facendogli il giro come una ballerina di lapdance e a quel punto
faccio anch’io la voce grossa, d’altronde ho un buon timbro di voce, ne sono
sempre andato fiero….
Mi lesiono quasi le
corde vocali (go ancor en po’ de raspeghin) ma esce qualcosa di buono, mi
faccio paura da solo.
E METRO CUBO el dis
:”sto chi l’è mat, quasi, vara, el laso star, divertì me son divertì, pò go da
nar su al Cason e me son anca slontanà masa, per cui meio che torne endrè, che
pò magari me scavezo na zata zo per chi, son miga mona!
Trentino DOC eh METRO
CUBO, nato “chi” e ci tiene a farlo notare a maggior ragione che i “soi” i è
extracomunitari
O la mama l’è
trentina? Non si sa, l’unico caso in cui non si è sicuri della maternità,
incredibile!
E INCREDIBILE, la mama
non riconosce il proprio figliolo, com’elo possibile?
E allora la mamma
domanda al podista: “ma com elo sto putelot, valo ben de corp? Magnelo? Ti no
te ghe piasi miga eh? La se preoccupa, l’è normale…
Torniamo brevemente al
podista. Incurante del fatto che METRO CUBO si sta disinteressando di lui e che
si tratta in fondo di un “falso attacco”, si tuffa letteralmente nella forra…e
anca chi la ghe va ben.
Poi passa il torrente
e risale la muschiosa e friabile parete meglio di Manolo e con la compagnia di
una simpatica ferita (infertagli maldestramente da METRO CUBO o dai rami della
boscaglia, boh, chissà, chi lo sa…. e soprattutto che importanza ha) profonda 2
cm e lunga 10 (vedi foto) e ricoperta di substrato. Così, per mettere almeno
una valle tra lui e METRO CUBO….
Poi con le scarse
nozioni di orientista che ha a disposizione, traccia una linea immaginaria che
lo porti in paese, all’auto e finalmente giunge al sentiero e con quel briciolo
di adrenalina che gli rimane percorre l’ultimo tratto pensando che magari anche
METRO CUBO ha voglia di una scampagnata in paese e si potrebbero reincontrare
alla confluenza dell’imbuto.
E allora il podista,
che ha ha che ridicolo - non si chiama nemmeno Davide e non mangia la Golia, si
prende due pietre in mano e si fa coraggio guardingo fra i dedali nei pressi
della chiesa, guarda nel sottopassaggio (ma benedetto….è dall’altra parte che
dovrai guardarti alle spalle) e giunge all’auto, monta dentro, parte e fa 300
metri, ma poi si rende conto sarebbe un peccato schiantarsi proprio ora, in più
senza cintura… e allora chiama i cari cuginetti, i quali montano in macchina
senza indugio pensando probabilmente…..chissà che cosa avrà combinato stavolta
quell’incauto del nostro cuginone, boh, boh, non ha voluto dircelo, ha un po’
il fiatone, caduta in bici forse, ma parla ed è cosciente, questo è
l’importante.
Ora il podista, a
breve 42enne non pensa che tutti lo prendano sul serio, in fondo c’è ancora
libertà di pensiero, no? E soprattutto ognuno può esprimere quello che vuole,
di canali ce ne sono tanti al giorno d’oggi, no?
A chi non immaginerà
il podista dice: “beati loro. E ricorda che lui non ha mai chiesto e imposto di
credere a quella che giustamente può essere definita la “storia dell’orso”.
In fondo il podista
aveva già avuto i suoi 15 minuti di popolarità e non ne voleva altra, perchè in
fin dei conti è un po’ come METRO CUBO, i due si assomigliano un pochino, è
schivo e riservato, fa parte un po’ della genia degli orsi trentini e due gambe
mi sa….
I giornalisti l’hanno
capito subito, mica sono scemi, anzi hanno pure ringraziato, che l’orso
trentino podista li ha lasciati fuori dal cancello e non hanno mica
approfittato della situazione favorevole in cui si aprivano le porte. Perchè
forse si sono immedesimati nell’orso trentino podista e hanno umanamente
desistito dal farsi raccontare a poche ore di distanza di come sono realmente
accadute le cose. O perche, forse, a
loro non interessava sapere di chi era realmente figlio METRO CUBO , facendogli
l’esame del DNA, ma come stesse realmente il podista, parlargli, sentire dalla
sua voce il racconto e, magari, perchè no, assicurarsi che non sia un mitomane
o che non sia ammattito in seguito.
Ringrazio quindi i
giornalisti tutti che hanno suonato al campanello, in particolare chi mi ha
dato del podista, quale aspirerei di essere, particolarmente gentile.
Ringrazio anche quelli
che, per un motivo o per l’altro, non sono potuti venire.
Ringrazio il signor
Antolini del Corpo Forestale della Provincia di Trento per la sua squisita
professionalità.
Ringrazio la
dottoressa dell’APSS che mi ha medicato la ferita in 5 minuti (paghiamoli sti
medici, che si fanno 20 operazioni in un’ora di lavoro ottimo, mi pare.
Ringrazio i Carabinieri, che sono stati solerti e gentili.
Ringrazio infine gli impagabili cuginetti e inutile dirlo Padre, Madre e lo Spirito Santo, sorelle, parenti, amici.
Ringrazio mia Figlia che per fortuna ha lo stesso spirito del padre e la stessa forza della madre superiora.
Se ho dimenticato qualcuno chiedo venia, in fondo sono ancora sotto choc… in fondo sto scrivendo di notte e sono stanco, molto stanco, la pressione arteriosa è schizzata alle stellee ho più che altro mal di stomaco, non so se è dovuto al mix di antibiotici e antidolorifici, o a qualcos’altro.
Scusate, Voi lettori, se Vi ho tediato con questo banale racconto, di quelli che possono uscire 2-3 volte all’anno.
Spero sia il 1° e l’ultimo in realtà.
Ringrazio i Carabinieri, che sono stati solerti e gentili.
Ringrazio infine gli impagabili cuginetti e inutile dirlo Padre, Madre e lo Spirito Santo, sorelle, parenti, amici.
Ringrazio mia Figlia che per fortuna ha lo stesso spirito del padre e la stessa forza della madre superiora.
Se ho dimenticato qualcuno chiedo venia, in fondo sono ancora sotto choc… in fondo sto scrivendo di notte e sono stanco, molto stanco, la pressione arteriosa è schizzata alle stellee ho più che altro mal di stomaco, non so se è dovuto al mix di antibiotici e antidolorifici, o a qualcos’altro.
Scusate, Voi lettori, se Vi ho tediato con questo banale racconto, di quelli che possono uscire 2-3 volte all’anno.
Spero sia il 1° e l’ultimo in realtà.
Distinti saluti
Marco Zadra
P.S. Scusate se non ho
fatto un selfie con METRO CUBO
P.S. Nell’attesa degli
impagabili cugini ho detto ad un contadino preoccupato che non avevo niente e
che sono scivolato per no star lì a contarghe la storia del’ors
P.S. Nessuno mi ha
detto che c’era METRO CUBO in Val Manara, eppure ho visto la sua foto, di un
mese fa, sull’Adige l’altro giorno. Mi
sembra proprio lui, ma potrei confondermi.
P.S. Domando amicizie
con la mia stessa passione e stessi orari di lavoro e andrò subito alla
sportiva a prendere il campanellino da monatto!!! Ora saranno in offerta.